Sta arrivando l’estate, e con essa torna il periodo ideale per affrontare certi percorsi in montagna, come quello di cui voglio parlarvi oggi, ovvero l’escursione al Lago di Sorapis, nel cuore delle Dolomiti.
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È la prima escursione che abbiamo tentato quando abbiamo iniziato a riscoprire la bellezza della montagna.
Questo lago di un azzurro turchese così particolare ci ha conquistato vedendo le foto del luogo sui social.
Io sono amante della condivisione delle foto e dei video, proprio per ammirare la bellezza di certi luoghi e scoprirne sempre di nuovi da visitare, ma nel caso di questo lago forse sono stati deleteri.
In agosto il percorso è veramente affollato, e si assiste ad ogni tipo di “spettacolo”, dalla signora che al primo accenno di altezza viene presa dal panico perché soffre di vertigini, al signore che fa l’escursione con un pappagallo sulla spalla, a quelli che percorrono tutto il sentiero con le infradito… si, con le infradito, giuro!
Alla faccia della sicurezza!
Inutile dire che è una cosa totalmente fuori luogo e pericolosa per sé e per gli altri. In montagna non bisogna mai dimenticare certe regole essenziali, e l’abbigliamento adatto è una delle cose basilari.
Quindi prima di tutto documentarsi sul percorso che si va ad affrontare e vestirsi di conseguenza, partendo dagli scarponi da trekking e il coprirsi a cipolla perché il cambio repentino del meteo è sempre dietro l’angolo.
Ci sono diversi percorsi per arrivare al Lago di Sorapis, che ricordo è raggiungibile solo a piedi, noi abbiamo scelto il più semplice, il sentiero CAI nr. 215.
Qui si lascia l’auto al lato della strada, per cui è consigliato fare l’escursione nei giorni infrasettimanali, qualora ce ne sia la possibilità, o nel week end arrivando in prima mattinata, per poter trovare parcheggio.
Il consiglio di arrivare presto al mattino vale anche per trovare meno folla durante il percorso stesso.
Si seguono le indicazioni per il Rifugio Vandelli e il sentiero nr. 215, ci si incammina attraverso il bosco, inizialmente in un facile saliscendi, poi il percorso diventa pietroso e ad un certo punto ci sono delle scale in metallo che permettono la salita. Qui ho visto la signora di cui scrivevo prima avere un vero attacco di panico per le vertigini.
Io non sono particolarmente coraggiosa, ma non ho avuto assolutamente una sensazione di paura con quelle scale, questo per dire che spesso le difficoltà sono soggettive, ma l’informazione attenta prima della partenza è fondamentale.
Proseguendo si incontrano dei punti esposti, messi in sicurezza dalla presenza di un cordino d’acciaio, ma per chi soffre di vertigini uno scoglio credo difficile da superare. (come forse si nota dalle foto)
Poco dopo si raggiunge il Rifugio Vandelli e alcuni metri più avanti si apre lo spettacolo sul magnifico Lago di Sorapis, ai piedi del Monte Sorapiss, detto Dito di Dio.
Si può percorrere il sentiero lungo le sponde del Lago e si arriva ad una spiaggetta, dove si può riposarsi, pranzare al sacco ed ammirare la bellezza del posto, ma ricordandosi che dal 1 agosto 2019 vige il divieto di balneazione, introdotto per la tutela ambientale del lago.
Il colore dell’acqua di questo lago è unico al mondo, ed è dovuto a caratteristiche chimiche e batteriologiche naturali dell’acqua molto particolari, pertanto va protetto il più possibile.
Ci sono altri percorsi per arrivare al Lago, uno con partenza dall’Hotel Cristallo tra Auronzo di Cadore e Misurina seguendo il sentiero nr. 217, che prevede 3 ore di cammino e 600 mt. di dislivello, però senza punti esposti.
Oppure partendo sempre dal Passo Tre Croci c’è il sentiero nr. 213 che è più difficile e per escursionisti esperti.
Escursione al Lago di Sorapis: considerazioni finali
Il lago si trova ad un’altezza di mt. 1923 metri nel contesto del Gruppo del Sorapiss nelle Dolomiti, il dislivello del percorso è di circa 300 mt.
Il sentiero dal Passo Tre Croci è lungo circa 6 km, il tempo di percorrenza è di 2 ore, 2 ore e mezza solo per l’andata.
Il periodo più indicato per questa escursione è sicuramente l’estate, quando c’è meno rischio di terreno scivoloso, con fango o neve.
È uno dei trekking più belli e il Lago una delle destinazioni da vedere una volta nella vita, ricordando però che si tratta di un sentiero di montagna, con i suoi rischi, tratti esposti in cui si procede in fila indiana, e che l’ambiente va rispettato, seguendo le regole ed evitando di abbandonare i rifiuti.
Conoscete questo trekking? Avete altri consigli da dare?
Vi consiglio gli altri articoli relativi alle bellissime escursioni sulle Dolomiti: le Tre Cime di Lavaredo, il Passo Giau e le 5 Torri, il Rifugio Lagazuoi dal Passo Falzarego.
Che posto magnifico, un vero incanto con quei sentieri e i colori del lago , viene una voglia incredibile di montagne
E’ davvero un luogo pazzesco, da vedere se si può fare l’escursione perché come ho scritto, si arriva solo a piedi.
I laghi alpini hanno una bellezza molto difficile da spiegare, una che ti fa dimenticare tutto e ti fa ritrovare la pace la voglia di vivere!
Anche noi Viaggiatori per caso siamo grandi appassionati di escursionismo e le foto di questo trekking mi hanno lasciata subito a bocca aperta. Sono andata subito a vedere quanto dista da casa mia ma per fare questo percorso dovrò organizzarmi bene!
ma che bel posto e che lago. Non lo conoscevo questo luogo ma ora sono curiosa di visitarlo
Ho sorriso immaginando le persone passeggiare e affrontare il percorso in infradito. Comfort e scarpe giuste per un sentiero bellissimo ma che può essere apprezzato anche e soprattutto se si ha l’abbigliamento giusto mi sembrano il minimo.
Maria Domenica
Che luogo meraviglioso: invidio la pace e l’aria cristallina che si respira da quelle parti!
Sono anni che voglio andarci, e ancora non l’ho fatto, perchè poi ho sempre nuovi percorsi da provare, e vorrei evitare il periodo di maggiore caos, altrimenti non lo vivi bene, ma rimedierò!
Bellissima descrizione, lo abbiamo fatto molti anni fa; stupendo.
Secondo me anni fa la montagna richiamava un turismo più consapevole: la gente che andava in montagna era gente sempre attrezzata, preparata e se era alle prime armi si affidava alle guide. Adesso la nostra disintermediazione è tale che, magari, pensiamo di poterci approcciare ad un turismo complesso come quello montano senza guide e preparazione il che, come giustamente scrivi, è pericolosissimo sia per gli avventati che per colori che sono a loro vicini.
Ma è un’escursione da sogno! E’ un posto che non conoscevo, amo anche le foto!